Scusate se scomodiamo un certo David Bowie ma, per questa gran bella americanata, ne vale proprio la pena. Si chiama Hero ed è l’entry level della sorprendente gamma Militem, quella creata da Hermes Cavarzan del Gruppo Cavauto.
Ci sono due modi per tirarsela al volante di una vettura: guidando una super car come Ferrari, Lamborghini o Porsche, oppure mettendosi al volante di un’americanata griffata Militem. In pratica, prendi un fuoristrada, lo modifichi, lo migliori, lo rendi ancor più “cattivo” et voilà: il super “jeeppone” è servito.
Quello che abbiamo provato è l’Hero, realizzato sulla base Renegade ma che con il Renegade ha poco a che fare. E’ più alto, leggermente più lungo, più robusto, più tosto. Il “nostro eroe” si presenta esternamente nelle vesti di “muscle car”, più alto da terra e con importanti interventi estetici che riguardano tutto il frontale e i passaruota, e da’ la sensazione di un’auto più grande, più grintosa e di forte impatto visivo. In quest’ottica, sotto “il vestito” sono state apportate importanti modifiche alle sospensioni. Dentro, poi, impressiona favorevolmente per la qualità dei materiali (tanta “vera” pelle e pochissima plastica), per lo spazio, i notevoli vani porta-oggetto, la visibilità e il comfort generale, apprezzato e apprezzabile soprattutto dopo un lungo viaggio. Purtroppo, causa pandemia e restrizioni colorate, il nostro viaggio-prova è stato abbastanza breve (Milano-Rapallo andato e ritorno), ma molto piacevole, soprattutto nella Serravalle dove, guidando fra quelle belle “curve”, abbiamo apprezzato l’ottima tenuta di strada, lo sterzo (rapido e preciso), il buon comportamento dinamico, l’impianto frenante contraddistinto da ottimi spazi d’arresto e la corposità del motore, ben abbinato al cambio automatico. Motore che, anche se un po’ “rumorosetto”, ben sopporta le andature spedite, fa una buona impressione nelle fasi di accelerazione e ripresa e, a occhio e croce, alla voce “consumi” si è dimostrato parsimonioso e più che accettabile.
“Segni particolari”: bellissimo. La prima cosa che attira l’attenzione, sono i cerchi dal design a stella che contraddistingue ogni auto MILITEM. Si sposano alla perfezione con pneumatici tassellati ribassati, adatti ad ogni evenienza anche se l’uso è prettamente cittadino, e i parafanghi maggiorati, che possono essere in tinta carrozzeria o in carbonio. Proprio i parafanghi conferiscono un aspetto inconfondibile di riconoscimento alla vista laterale. Con le ruote, i trattamenti di verniciatura speciali e i loghi che impreziosiscono la carrozzeria, contribuiscono a dare forma a un SUV dal look distintivo. In sintesi, robustezza e raffinatezza stilistica insieme. La parte posteriore della vettura, denota ugualmente carattere, con il paraurti più alto e il diffusore subito in primo piano. I cerchi in lega da 20” “Black Edition“ MILITEM a cinque raggi a stella, richiamano il logo MILITEM. Il design è allo stesso tempo aggressivo ed elegante, e la borchia coprimozzo centrale è decorata anch’essa con la stella a cinque punte. L’assetto è stato completamente rivisto, incrementandolo di 1,5”. Infatti MILITEM HERO è dotato di una innovativa sospensione Militem Lift kit 1,5” Extreme Performance Shocks che varia l’assetto per migliorare le prestazioni e soprattutto la sicurezza nella di guida di tutti i giorni.
Abitacolo in stile “what’s american boy”. I sedili in pelle sono ergonomici, progettati per vestire gli occupanti come un abito su misura. Al volante, scoprirete come la plancia sia ben organizzata, accessibile e pratica. Comandi semplici da utilizzare, incluso di serie il sistema di infotainment Uconnect di quarta generazione, con display touch a colori da 8,4” ad alta definizione. Con un semplice tocco o un comando vocale, è possibile connettersi rimanendo concentrati alla guida. La connessione allo smartphone consente anche l’integrazione con i sistemi Apple Car Play e Android Auto. Di alta qualità le finiture black piano di alcuni particolari della consolle.
Dal putno di vista della sicurezza, sono disponibili più di sessanta sistemi tecnologici per monitorare il veicolo, che forniscono segnali visivi e acustici facilmente interpretabili; tra i più importanti da segnalare il Lane Departure Warning Plus, l’Intelligent Speed Assist e il Traffic Sign Recognition di serie su tutti gli allestimenti. Quest’ultimo sistema avvisa sempre quando ci sono divieti di sorpasso, limiti di velocità, o altra tipologia di restrizione direttamente sul desplay. Con l’integrazione del sistema Inteligent Speed Assist è possibile regolare la velocità, tramite i comandi al volante.
Sotto il cofano. Più che accettabile l’offerta. Per il Militem Hero, infatti, sono disponibili un benzina 1.3 Turbo da 180 CV (52.880 euro) e 200 CV (54.650 euro) per 270 Nm di coppia e quello da noi provato: un 2.0 Turbodiesel Multijet da 170 CV (56.600 euro) e da 190 CV (58.370 euro) per 350 Nm di coppia. Entrambi hanno l’omologazione Euro 6D. Il cambio è automatico a 9 marce. La messa in strada IVA esclusa è di 1.500 euro. Per quanto riguarda gli accessori, per il Militem Hero la lista è molto lunga, per entrambi le versioni Limited e Trailhawk.
Last but not the least, il sistema 4×4 che, per Hero, riprende le specifiche del prodotto base Jeep Renegade Limited e Trailhawk, con le varianti dei poderosi pneumatici da 20” e l’assetto rialzato. E’ possibile scegliere fino a 5 impostazioni di guida in funzione delle diverse condizioni del fondo stradale: Auto, Snow, Sand, Mud, Rock, quest’ultima solo per chi sceglie la versione Trailhawk. E qui, secondo noi, c’è un piccolo difettuccio: la manopola che gestisce queste modalità di guida è posizionata troppo in basso e per un guidatore non troppo alto e con braccia “corte” (tenendo conto che la posizione di guida è anche abbastanza rialzata), è un po’ scomodo utilizzarla. Anche perché si corre il rischio di togliere lo sguardo dalla strada. Sarebbe quindi cosa buona e giusta posizionarla un po’ più vicino alla leva del cambio.
Ultimo appunto: considerate altezza e dimensioni del Militem Hero, sarebbe opportuno “aggiungere” una telecamera posteriore, utile soprattutto nelle manovre di parcheggio.
Conclusione? Il connubio American tech da una parte e Italian made dall’altra, funziona davvero alla grande!